La Saponificatrice di Correggio è un soprannome dato a Leonarda Cianciulli (Montella, 18 aprile 1894 – Pozzuoli, 15 ottobre 1970), una serial killer italiana. Il suo caso è noto per la macabra fine riservata alle sue vittime e per il modo in cui riutilizzava i resti umani.
Leonarda Cianciulli uccise tre donne tra il 1939 e il 1940 a Correggio, in provincia di Reggio Emilia. Credeva che sacrificando queste donne avrebbe protetto suo figlio Giuseppe dalla guerra.
Le vittime furono:
Il modus operandi di Leonarda era attirare le donne nella sua casa con la scusa di aiutarle a trovare lavoro o marito. Le avvelenava con bevande drogate e poi le uccideva con un'ascia. Successivamente, scioglieva i corpi in soda caustica per poi utilizzare il grasso ottenuto per fare sapone. Col sangue preparava poi delle torte e del tè per i vicini, e con la polpa saponificata faceva delle frittelle croccanti.
Dopo la scomparsa di Virginia Cacioppo, la cognata della vittima, insospettita, denunciò Leonarda alle autorità. Durante il processo, Leonarda ammise i suoi crimini con dettagli macabri e diede una descrizione minuziosa di come trasformava le sue vittime in sapone e torte. Fu condannata a 30 anni di reclusione e 3 anni di manicomio criminale.
Il caso della Saponificatrice di Correggio ha avuto un grande impatto sull'immaginario collettivo italiano ed è ancora oggi studiato per la sua particolare efferatezza. Alcuni oggetti utilizzati per i crimini, come la pentola in cui bolliva le vittime, sono conservati al Museo Criminologico di Roma.
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